È vero, il mondo cambia ogni giorno: oggi non è uguale a ieri e domani, com’è noto, è un altro giorno. Cambiano i popoli, i governi, il clima e il telefono che abbiamo in tasca. Cambiano, e quasi non ce ne accorgiamo, immersi nella nostra routine quotidiana.
È altrettanto vero, però, che ci sono avvenimenti epocali; che, alla lettera, marcano il discrimine fra un'epoca e l'altra, fra come si è vissuto prima e come si vivrà dopo, fra il mondo vecchio e il mondo nuovo. Accelerano repentinamente il progresso tecnologico già in corso, mutano gli equilibri geopolitici e segnano la vita di moltitudini di esseri umani. Cambiano, infine, la nostra quotidianità: come lavoriamo, come facciamo acquisti, come frequentiamo amici e parenti. Cambiano come viviamo.
Mentre scriviamo, siamo ancora troppo coinvolti per capire se la pandemia di Covid-19 sia uno di questi avvenimenti epocali. Probabilmente lo è.
Che fare, allora? Il più degno d'amore fra i grandi filosofi scriveva: non ridere, non piangere né maledire, ma capire. Così cercheremo di fare noi, discutendo assieme di libri con i loro autori. Non promettiamo di prevedere cosa succederà domani: se tutto sarà migliore o il mondo nuovo assomiglierà alla distopia descritta da Huxley o da qualche brutta serie tv. Il futuro sta sulle ginocchia di Zeus, dicevano gli antichi. La nostra missione è cercare di comprendere meglio come si sta configurando il mondo nuovo ora: cosa sta succedendo intorno a noi.
Non solo, un libro è sempre il risultato di uno sforzo eccezionale di ricerca, comprensione e introspezione. Incontrarsi - per parlarne assieme, creare relazioni, confrontare le idee fino a farle scintillare - è una delle forme possibili della felicità, e ci cambia. Modifica fisicamente la nostra struttura mentale e, quindi, la realtà. Contribuisce – in quota infinitesimale – a costruire un mondo nuovo. Magari migliore.